Animale principalmente notturno che trascorre le giornate nascosto in una tana, può capitare di scorgerlo al mattino presto, nel tardo pomeriggio o quando il cielo è molto nuvoloso. Per scorgere la sua presenza è possibile notare alcune tracce
Il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) vive tipicamente nella macchia mediterranea, ma la sua grande adattabilità gli ha permesso di colonizzare vari tipi di ambiente. È presente pertanto dalla pianura alla montagna, fino a 1.000 metri di altitudine. Nel piano frequenta le dune, le pinete litoranee, le macchie boschive, i terrapieni lungo le linee ferroviarie e luoghi aperti con macchie cespugliose. Nei rilievi e in montagna sceglie ambienti rocciosi, con terreni asciutti e moderatamente argillosi in cui poter scavare le tane. Il rapporto di questo animale con l’agricoltura non è ottimale: esso può infatti provocare seri danni alle coltivazioni se presente in numero abbondante.
Le tracce della presenza del coniglio selvatico
La tana solitamente è scavata in terreni sabbiosi e collinosi ricoperti di arbusti, ma può anche capitare che essa sia presente in argini erbosi senza troppa copertura. si possono notare più tane ravvicinate, unite al loro interno da un intreccio di gallerie.
Gli escrementi consistono in palline del diametro di 7-10 mm, scure e lucenti se fresche, altrimenti più chiare e molto secche.
Le orme si notano soprattutto se il terreno è innevato. La zampa anteriore del coniglio selvatico misura circa 2,5 cm di larghezza e circa 3 cm di lunghezza; quella posteriore misura circa 3 cm di larghezza e circa 4 cm di lunghezza.
Le piste si differenziano a seconda dell’andatura che può essere «a lepre» (a), durante la quale il coniglio non tiene le zampe anteriori appaiate, oppure andatura «a scoiattolo» (b). L’impronta più lunga è quella lasciata dalle zampe posteriori.