In commercio si trovano patate che presentano in etichetta la scritta «vietata la semina», ma non bisogna preoccuparsi per la sicurezza alimentare
Le patate che in etichetta presentano la scritta «vietata la semina» non devono preoccupare per la sicurezza, dal punto di vista della commestibilità: questa dicitura comunica al consumatore che le patate sono conformi alla normativa sulle produzioni ortofrutticole destinate a uso alimentare, ma non a quella sul materiale sementiero e di propagazione per il quale valgono criteri (fitosanitari, di purezza varietale, ecc.) diversi.
Le patate da seme, infatti, devono essere certificate dell’Ente nazionale per le sementi elette (Ense) che ispeziona le colture di patate da seme nelle diverse fasi di coltivazione, analizzando sia il terreno che le piante. Solo quelli «virus-esenti» vengono certificati per uso sementiero e confezionati in sacchi sigillati muniti del cartellino dell’Ense che ne garantisce l’idoneità.
Le patate da mensa, quindi, non possono essere utilizzate come semente, in quanto potrebbero presentare malattie che possono provocare notevoli perdite alla produzione. Va precisato che i virus della patata, del tutto invisibili a occhio nudo, sono assolutamente innocui per l’uomo. Allo stesso modo le patate da seme non vanno destinate al consumo, in quanto potrebbero essere state conciate (trattate) con prodotti fitosanitari che non sono autorizzati per le patate da mensa.