Per coltivare tarassaco in vaso (Taraxacum officinale, famiglia delle Asteracee o Composite, detto anche Soffione, Dente di Leone, Radicchiella, ecc.), che sviluppa una radice carnosa di dimensioni ragguardevoli e che cresce verticalmente, è consigliabile adottare un contenitore (vaso, cassetta, ecc.) alto almeno 20 cm. La sua coltivazione è assai rara non solo perché si trova nella vegetazione spontanea, ma anche perché, in alternativa, vi sono vari tipi di radicchi largamente coltivati e dotati di ottime qualità gustative e dietetiche. È invece diffuso in altre nazioni (per esempio in Francia) dove viene coltivato, e poi sovente posto in bianco, con tecniche simili a quelle della cicoria di Bruxelles (o indivia belga o insalata belga). Il tipo di tarassaco i cui semi sono in vendita rappresenta un miglioramento rispetto a quello spontaneo. Per coltivare tarassaco in vaso non occorrono particolari terricci, ma è sufficiente il comune terreno che si trova negli orti. Per consentire un migliore drenaggio del contenitore è consigliabile porre sul fondo uno strato di argilla espansa di circa 2 cm. È da raccomandare la semina da circa metà febbraio in avanti e non è assolutamente necessario concimare con abbondanza. Se il lettore vuole impiegare un concime ammesso nelle colture biologiche ne può usare uno contenente guano, ma con molta moderazione e seguendo le istruzioni allegate ai fertilizzanti contenenti guano. Il tarassaco può venire utilizzato tal quale (tagliando le foglie o cogliendo le piante intere), oppure dopo l’imbianchimento che, nella coltivazione in vaso, si può attuare abbastanza facilmente ricoprendo il contenitore con un recipiente, possibilmente in cartone (vi sono meno problemi di condensa, bisogna però tenere il contenitore al riparo dalla pioggia), di adeguata forma e che non lasci passare la luce.
Coltivare tarassaco in vaso, vasi adatti e concime
Per coltivare tarassaco in vaso (Taraxacum officinale, famiglia delle Asteracee o Composite, detto anche Soffione, Dente di Leone, Radicchiella, ecc.), che sviluppa una radice carnosa di dimensioni ragguardevoli e che cresce verticalmente, è consigliabile adottare un contenitore (vaso, cassetta, ecc.) alto almeno 20 cm. La sua coltivazione è assai rara non solo perché si trova nella vegetazione spontanea, ma anche perché, in alternativa, vi sono vari tipi di radicchi largamente coltivati e dotati di ottime qualità gustative e dietetiche. È invece diffuso in altre nazioni (per esempio in Francia) dove viene coltivato, e poi sovente posto in bianco, con tecniche simili a quelle della cicoria di Bruxelles (o indivia belga o insalata belga). Il tipo di tarassaco i cui semi sono in vendita rappresenta un miglioramento rispetto a quello spontaneo. Per coltivare tarassaco in vaso non occorrono particolari terricci, ma è sufficiente il comune terreno che si trova negli orti. Per consentire un migliore drenaggio del contenitore è consigliabile porre sul fondo uno strato di argilla espansa di circa 2 cm. È da raccomandare la semina da circa metà febbraio in avanti e non è assolutamente necessario concimare con abbondanza. Se il lettore vuole impiegare un concime ammesso nelle colture biologiche ne può usare uno contenente guano, ma con molta moderazione e seguendo le istruzioni allegate ai fertilizzanti contenenti guano. Il tarassaco può venire utilizzato tal quale (tagliando le foglie o cogliendo le piante intere), oppure dopo l’imbianchimento che, nella coltivazione in vaso, si può attuare abbastanza facilmente ricoprendo il contenitore con un recipiente, possibilmente in cartone (vi sono meno problemi di condensa, bisogna però tenere il contenitore al riparo dalla pioggia), di adeguata forma e che non lasci passare la luce.
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