Caratteristiche del terreno: cosa deve sapere chi coltiva

terreno
la Redazione
4 febbraio 2025

Il terreno è molto più di un semplice supporto per le piante. È un sistema complesso le cui caratteristiche determinano la fertilità e quindi il successo delle nostre coltivazioni. Conoscerle è fondamentale per gestire al meglio il nostro orto o giardino

Quando ci avviciniamo all’agricoltura, che sia per coltivare un piccolo orto o gestire un giardino, spesso ci concentriamo sulle piante: quali varietà scegliere, come e quando seminare, come potare, ma il successo delle nostre coltivazioni dipende innanzitutto dal terreno, cioè laddove le piante affondano le proprie radici. Le radici, infatti, non sono solo l’ancora che tiene ferma la pianta: attraverso di esse vengono assorbiti l’acqua e i sali minerali disciolti che, trasportati fino alle foglie, permetteranno alla pianta di crescere e produrre, grazie all’energia del sole. Perché questo avvenga, il terreno deve garantire spazio sufficiente per lo sviluppo delle radici e un ambiente adatto.

Tessitura e struttura

Un buon terreno è costituito per metà da particelle solide e per metà da spazi vuoti, chiamati pori. La tessitura dipende dalle dimensioni delle particelle minerali: scheletro (più di 2 mm), sabbia (0,02-2 mm), limo (0,002-0,02 mm) e argilla (meno di 0,002 mm).

Il terreno ideale, detto “di medio impasto”, contiene 35-55% di sabbia, 25-45% di limo e 10-25% di argilla, con poco scheletro. I terreni ricchi di scheletro o sabbia hanno molti macropori: sono ben areati ma trattengono poco l’acqua e i nutrienti. I terreni limosi o argillosi hanno invece più micropori: trattengono bene acqua e nutrienti ma possono soffrire di ristagni. La struttura ideale presenta un buon equilibrio tra macro e micropori.

Sostanza organica

Anche se presente in quantità limitate (1-3%), la sostanza organica è fondamentale per la fertilità. Deriva dalla decomposizione di residui vegetali e animali e si trasforma in parte in humus, un composto stabile che migliora la struttura del terreno, favorisce l’attività biologica, aumenta la capacità di trattenere acqua e nutrienti. Nei terreni coltivati, dove viene continuamente asportata con i raccolti, deve essere reintegrata regolarmente con letame, compost o altri ammendanti organici.

Attività biologica

Il terreno ospita una quantità impressionante di organismi viventi, dal peso complessivo dieci volte superiore a quello di tutti gli esseri umani e animali sulla Terra. Questi organismi, dai lombrichi ai batteri, svolgono funzioni essenziali: decompongono i residui organici, trasformano i nutrienti in forme assimilabili dalle piante, migliorano la struttura del terreno e alcuni, come i rizobi nelle leguminose, fissano l’azoto atmosferico. Un’intensa attività biologica è segno di un terreno sano e fertile.

Dotazione di elementi nutritivi

Oltre agli elementi principali (azoto, fosforo e potassio), le piante necessitano di elementi secondari (calcio, magnesio, zolfo) e microelementi (ferro, boro, zinco e altri). La loro disponibilità dipende non solo dalla quantità presente, ma anche dalla forma chimica in cui si trovano. Alcuni, come l’azoto nitrico, sono molto mobili e possono essere dilavati; altri, come il fosforo, sono poco mobili e vanno interrati. Le carenze nutrizionali possono manifestarsi anche in terreni ricchi se i nutrienti sono in forme non assimilabili.

Reazione e salinità

Il pH del terreno, che varia generalmente tra 5,5 e 8,5, influenza la disponibilità dei nutrienti e l’attività biologica. La maggior parte delle piante predilige valori tra 6,5 e 7,5 (terreni neutri), ma alcune specie preferiscono terreni acidi (pH < 6) o alcalini (pH > 8). La salinità è un altro fattore importante: un eccesso di sali può danneggiare le colture, specialmente nei terreni vicini al mare. Vite e alberi da frutto sono tra le piante più sensibili alla salinità.

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