Per una corretta gestione del tappeto erboso durante tutta la bella stagione serve necessariamente l'aiuto di alcune macchine che si differenziano, innanzitutto, tra macchine per il taglio dell'erba e macchine per la manutenzione
Per il taglio dell’erba, la scelta tra le diverse tipologie di rasaerba è dettata dalle dimensioni dello spazio verde, cioè una corretta valutazione del rasaerba più consono alle proprie esigenze deve essere fatta in base alla dimensione della superficie da gestire.
Il rasaerba più diffuso è sicuramente quello con motore a scoppio e con conducente al seguito. La superficie consigliata gestibile con questa tipologia è di 1.500 metri quadrati (fino a un massimo 2.000). All’interno di questa vasta categoria di attrezzature esistono le versioni semoventi e le versioni prive di trazione; nelle prime l’avanzamento è assicurato da due ruote che ricevono il movimento dal motore, mentre nelle altre l’avanzamento avviene grazie alla spinta dell’operatore. Tutti questi rasaerba prevedono o meno la raccolta dell’erba tagliata.
Per superfici maggiori si consiglia di valutare trattorini rasaerba o rider. Sulle piccole superfici (fino a 500 metri quadrati), invece, si può ricorrere a rasaerba con motore elettrico, alimentato con cavo o a batteria.
Operazioni meccaniche per far «respirare» il prato
Con la sfeltratura si elimina quella barriera che ostacola la penetrazione dell’acqua e degli elementi nutritivi nel terreno e impedisce gli scambi gassosi. Il feltro, infatti, è quello strato di sostanza organica indecomposta, costituita da materiale vegetale vivo e morto (radici, stoloni, rizomi, fusti, foglie, residui del taglio ecc.) che si frappone tra il terreno e la parte verde del tappeto erboso; se il suo spessore supera i 5-6 mm si deve procedere alla sua asportazione, effettuando l’arieggiatura per mezzo di apposite attrezzature.
Altra operazione consigliata, per decompattare il terreno, è la carotatura. Questa operazione consiste nel realizzare dei fori verticali profondi 10-15 centimetri per far arrivare l’aria in profondità. Il singolo organo che esegue il foro è denominato «fustella» e può essere pieno (il foro eseguito non decompatta il terreno) o cavo; in quest’ultimo caso dal terreno viene estratto un cilindro di terra con aumento dell’effetto decompattante. Questa operazione ammorbidisce così il suolo circostante i fori, creando spazi e aperture che facilitano l’assorbimento di acqua, aria ed elementi nutritivi da parte delle radici.