Oltre al taglio periodico, all’irrigazione, alla concimazione e agli eventuali trattamenti antiparassitari, riveste grande importanza l’arieggiatura eseguita con apposite macchine
Se l’aspetto del prato non è esteticamente dei migliori e l’erba appare sofferente i motivi possono essere svariati. Se però le cure e le basilari operazioni di manutenzione del tappeto erboso non mancano e sono correttamente eseguite, allora molto probabilmente è necessario, per così dire, far «respirare» il prato.
La presenza di muschio, feltro, frammenti di foglie e arbusti accumulatisi sul tappeto erboso, come anche il continuo calpestio e le numerose innaffiature, possono pregiudicare lo sviluppo vegetativo delle diverse essenze vegetali. Un’eccessiva presenza di feltro ostacola inoltre la respirazione delle radici, facilita la crescita di funghi e muffe e crea condizioni favorevoli all’attacco di insetti, oltre a determinare una minore resistenza del tappeto erboso alla siccità e alle basse temperature con conseguenze negative sull’estetica del prato.
L’arieggiatura consiste nel passaggio con l’apposito mezzo, l’arieggiatore, che effettua nel terreno tagli verticali superficiali (profondi circa 1 cm e anche meno) per rimuovere il feltro e ottenere così, attraverso il ripristino della circolazione di aria, acqua e sostanze nutritive, un rapido recupero del miglior aspetto del prato. La risposta del prato all’arieggiatura è in genere vigorosa e si manifesta con crescita rapida; anche il colore dell’erba ne risente positivamente in virtù del miglior assorbimento da parte della vegetazione di tutti gli elementi nutritivi, potassio e fosforo in particolare che sono scarsamente mobili nel terreno.
Quando arieggiare il prato
È ideale intervenire con l’arieggiatura quando l’erba è in ripresa vegetativa, quindi all’inizio della primavera, ma anche a fine estate-inizio autunno, con un certo anticipo rispetto al riposo invernale.