Difficile abbinare all'immaginario che abbiamo delle farfalle – leggiadre, delicate, fragili – l'idea della migrazione. Eppure così è
Tra le farfalle vi sono alcune specie con una forte attitudine alla migrazione, come la cedronella (Gonepteryx rhamni), la cavolaia maggiore (Pieris brassicae) e la vanessa io (Aglais io).
Una poi in particolare, Vanessa cardui o vanessa del cardo, è capace di una performance di volo straordinaria. Ogni anno infatti compie un tragitto che può toccare i 15.000 km: si trasferisce dall’Italia all’Africa in autunno e poi, invertendo la rotta, in primavera si riporta sul nostro territorio.
La farfalla che non ama il freddo
Ogni primavera, migliaia di esemplari della farfalla vanessa del cardo partono dal continente africano alla conquista dell’Europa, viaggiando solitari o in piccoli gruppi a pochi metri dal suolo o dal mare. Si muovono lungo direttrici privilegiate, la Penisola iberica, la Penisola italiana e quella balcanica, e si spingono fino alla Gran Bretagna e anche oltre. Gli esemplari che provengono da più lontano si fermano nelle aree più calde del Bacino mediterraneo, si riproducono e poi muoiono, e saranno i loro discendenti a completare il viaggio verso nord. Arrivate comunque a destinazione, le vanesse si riproducono e, al sopraggiungere dell’autunno, molti degli esemplari nati al nord invertono la rotta primaverile e fanno ritorno in Africa.
Perché le migrazioni
In natura sono numerosi gli animali – pesci, mammiferi, uccelli – che manifestano, in modo più o meno vistoso, un istinto migratorio che li porta ad abbandonare i luoghi di nascita per conquistare nuovi territori. Quali sono le motivazioni che le spingono a migrare? La più attendibile è l’esaurimento delle risorse alimentari in seguito a sovrappopolazione, in altri casi la necessità di assicurare alla progenie un ambiente più sicuro e adatto alla sopravvivenza, in altri ancora il fenomeno migratorio non ha spiegazioni plausibili.
Nella foto in evidenza, Vanessa del cardo (© M. Lanza)