Il tronchetto della felicità (Dracaena fragrans) è una specie arbustiva sempreverde, con lunghe foglie nastriformi, che raggiunge anche i 150- 180 cm di altezza. È molto ornamentale e adatto alla coltivazione in appartamento. Il tronchetto della felicità adulto, dopo avere perso le foglie più basse, assume l'aspetto di una palma. Il fatto perciò che le foglie poste nella parte inferiore del fusto perdano il verde brillante, ingialliscano, si secchino e infine cadano, è un fenomeno naturale. Quando però l'ingiallimento e il seccume interessano anche le foglie più giovani non si tratta più di un fenomeno fisiologico naturale, bensì di una malattia. Le cause possono essere diverse, come la mancanza d'acqua per periodi troppo lunghi, un ambiente troppo caldo e asciutto, concimazioni eccessive (un eccesso di nutrimento in poca terra e in periodi di riposo vegetativo per la pianta diventa tossico), correnti d'aria, ecc. Per porvi rimedio occorre quindi rimuovere una delle cause sopra citate. Per prima cosa occorre verificare che non vi siano fonti di calore troppo vicine (per esempio un termosifone) che rendano l'atmosfera troppo calda e asciutta. Poi bisogna razionalizzare al meglio l'apporto d'acqua: non occorre innaffiare eccessivamente il terreno; anzi, in inverno, questo va tenuto abbastanza asciutto, mentre è indispensabile spruzzare il fogliame ogni due-tre giorni, interrompendo ogni apporto nutrizionale. Se possibile, nella prima fase critica della pianta sarebbe opportuno spostarla in un ambiente più umido, come il bagno (sempre che le condizioni di luminosità lo consentano). In primavera, dopo un opportuno rinvaso, la pianta va trasferita all'aperto; in estate va tenuta in un luogo riparato dai raggi del sole diretto e si devono riprendere le concimazioni (con l'aggiunta di un concime liquido ogni 15 giorni all'acqua delle innaffiature). Se la pianta non dovesse migliorare, o se a causa delle troppe foglie perse non avesse più un aspetto piacevole, si può sempre ricorrere a un suo «rinnovo» tagliandola a 10 centimetri da terra: ributterà uno o più germogli dalla radice o dal troncone di fusto rimasto. La cima e tutto il fusto tagliato a pezzi lunghi 10-15 cm possono essere utilizzati come talee (da farsi a primavera) da piantare in torba mista a sabbia.
Tronchetto della felicità sofferente, che fare
Il tronchetto della felicità (Dracaena fragrans) è una specie arbustiva sempreverde, con lunghe foglie nastriformi, che raggiunge anche i 150- 180 cm di altezza. È molto ornamentale e adatto alla coltivazione in appartamento. Il tronchetto della felicità adulto, dopo avere perso le foglie più basse, assume l'aspetto di una palma. Il fatto perciò che le foglie poste nella parte inferiore del fusto perdano il verde brillante, ingialliscano, si secchino e infine cadano, è un fenomeno naturale. Quando però l'ingiallimento e il seccume interessano anche le foglie più giovani non si tratta più di un fenomeno fisiologico naturale, bensì di una malattia. Le cause possono essere diverse, come la mancanza d'acqua per periodi troppo lunghi, un ambiente troppo caldo e asciutto, concimazioni eccessive (un eccesso di nutrimento in poca terra e in periodi di riposo vegetativo per la pianta diventa tossico), correnti d'aria, ecc. Per porvi rimedio occorre quindi rimuovere una delle cause sopra citate. Per prima cosa occorre verificare che non vi siano fonti di calore troppo vicine (per esempio un termosifone) che rendano l'atmosfera troppo calda e asciutta. Poi bisogna razionalizzare al meglio l'apporto d'acqua: non occorre innaffiare eccessivamente il terreno; anzi, in inverno, questo va tenuto abbastanza asciutto, mentre è indispensabile spruzzare il fogliame ogni due-tre giorni, interrompendo ogni apporto nutrizionale. Se possibile, nella prima fase critica della pianta sarebbe opportuno spostarla in un ambiente più umido, come il bagno (sempre che le condizioni di luminosità lo consentano). In primavera, dopo un opportuno rinvaso, la pianta va trasferita all'aperto; in estate va tenuta in un luogo riparato dai raggi del sole diretto e si devono riprendere le concimazioni (con l'aggiunta di un concime liquido ogni 15 giorni all'acqua delle innaffiature). Se la pianta non dovesse migliorare, o se a causa delle troppe foglie perse non avesse più un aspetto piacevole, si può sempre ricorrere a un suo «rinnovo» tagliandola a 10 centimetri da terra: ributterà uno o più germogli dalla radice o dal troncone di fusto rimasto. La cima e tutto il fusto tagliato a pezzi lunghi 10-15 cm possono essere utilizzati come talee (da farsi a primavera) da piantare in torba mista a sabbia.
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