Le foglie degli ippocastani malati sono state interessate da un’infezione provocata da Guignardia aesculi, agente della maculatura dell’ippocastano. Questa malattia determina la comparsa di macchie fogliari inizialmente decolorate con successivo arrossamento e disseccamento dei tessuti invasi dal fungo. In seguito a forti infezioni le foglie presentano gran parte del lembo disseccato e cadono precocemente. Il fungo sopravvive nelle foglie cadute al suolo e le prime infezioni avvengono in primavera, in concomitanza con periodi molto umidi e piovosi. Le prime manifestazioni della malattia si verificano in maggio per poi aggravarsi nel corso della stagione, fino a causare forti defogliazioni già in piena estate. La prevenzione e la difesa di ippocastani malati. Per ridurre il rischio di infezioni iniziali è utile la raccolta, la bruciatura o l’allontanamento in discarica delle foglie colpite. Negli ambienti soggetti a forti infezioni si può intervenire all’inizio di maggio con l’impiego di ossicloruro di rame-25 (non classificato), alla dose di 350 millilitri per 100 litri d’acqua.
Ippocastani malati colpiti da maculatura dell’ippocastano
Le foglie degli ippocastani malati sono state interessate da un’infezione provocata da Guignardia aesculi, agente della maculatura dell’ippocastano. Questa malattia determina la comparsa di macchie fogliari inizialmente decolorate con successivo arrossamento e disseccamento dei tessuti invasi dal fungo. In seguito a forti infezioni le foglie presentano gran parte del lembo disseccato e cadono precocemente. Il fungo sopravvive nelle foglie cadute al suolo e le prime infezioni avvengono in primavera, in concomitanza con periodi molto umidi e piovosi. Le prime manifestazioni della malattia si verificano in maggio per poi aggravarsi nel corso della stagione, fino a causare forti defogliazioni già in piena estate. La prevenzione e la difesa di ippocastani malati. Per ridurre il rischio di infezioni iniziali è utile la raccolta, la bruciatura o l’allontanamento in discarica delle foglie colpite. Negli ambienti soggetti a forti infezioni si può intervenire all’inizio di maggio con l’impiego di ossicloruro di rame-25 (non classificato), alla dose di 350 millilitri per 100 litri d’acqua.
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