Coltivazione strelitzia. La strelitzia è un genere di sole cinque specie perenni sempreverdi che formano dei densi cespugli e che sono state scoperte lungo le rive dei corsi d’acqua nelle radure aperte del Sudafrica. Il nome è stato dato da William Aiton, direttore dell’Orto botanico di Kew (Inghilterra), in onore della regina dell’epoca (Sophia Charlotte di Mecklemburg-Strelitz (1744-1818), moglie del Re Giorgio III di Gran Bretagna. Le specie più note sono tre. Sono tutte piante che temono il freddo e quindi possono venire coltivate all’aperto solo in zone a clima mite (sono ideali i climi del nostro meridione e della riviera ligure); esigono terreno fertile, umido ma ben drenato, un’esposizione in pieno sole, ma al riparo dai venti forti. In climi più freddi conviene coltivarla in ampi e profondi contenitori, da ritirare in serra durante l’inverno, usando un terriccio di letame sufficientemente ricco e umifero, ma perfettamente drenante. Le innaffiature saranno abbondanti con l’aggiunta di un fertilizzante liquido, seguendo i dosaggi in etichetta. Durante i mesi di maggio e giugno, per dare alla pianta un necessario riposo, si sospende la somministrazione dei fertilizzanti, ma si continua a innaffiare regolarmente.
Coltivazione strelitzia, indicazioni principali
Coltivazione strelitzia. La strelitzia è un genere di sole cinque specie perenni sempreverdi che formano dei densi cespugli e che sono state scoperte lungo le rive dei corsi d’acqua nelle radure aperte del Sudafrica. Il nome è stato dato da William Aiton, direttore dell’Orto botanico di Kew (Inghilterra), in onore della regina dell’epoca (Sophia Charlotte di Mecklemburg-Strelitz (1744-1818), moglie del Re Giorgio III di Gran Bretagna. Le specie più note sono tre. Sono tutte piante che temono il freddo e quindi possono venire coltivate all’aperto solo in zone a clima mite (sono ideali i climi del nostro meridione e della riviera ligure); esigono terreno fertile, umido ma ben drenato, un’esposizione in pieno sole, ma al riparo dai venti forti. In climi più freddi conviene coltivarla in ampi e profondi contenitori, da ritirare in serra durante l’inverno, usando un terriccio di letame sufficientemente ricco e umifero, ma perfettamente drenante. Le innaffiature saranno abbondanti con l’aggiunta di un fertilizzante liquido, seguendo i dosaggi in etichetta. Durante i mesi di maggio e giugno, per dare alla pianta un necessario riposo, si sospende la somministrazione dei fertilizzanti, ma si continua a innaffiare regolarmente.
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