Irrigare «poco e spesso» consente di evitare pericolosi surriscaldamenti dell'erba e delle radici
Le specie che costituiscono il prato sono «microterme», si tratta cioè di specie il cui sviluppo è favorito da temperature moderate (tra 10 e 18 °C si sviluppano bene le radici, tra 15 e 25 °C gli steli).
In estate, con valori termici elevati, le radici rallentano l’assorbimento di acqua (e degli elementi nutritivi) e lo sviluppo dell’erba rallenta; l’irrigazione estiva va quindi effettuata anche seguendo il principio del «poco e spesso» ed è mirata a evitare il surriscaldamento dell’erba sia in superficie che nello strato esplorato dalle radici, più che a supportare la crescita del prato che in questo periodo è giocoforza ridotta.
Nel periodo più caldo, al fine di evitare shock termici poi difficilmente recuperabili, vi consigliamo pertanto di ricorrere al syringing, tecnica che consiste nell’attivare gli irrigatori per due o tre volte, nelle prime ore pomeridiane, apportando quantità ridotte di acqua (1-2 litri per metro quadrato) che, evaporando rapidamente, abbassa di alcuni gradi la temperatura a livello dell’erba.
Le centraline elettroniche, ormai presenti in quasi tutti gli impianti di irrigazione, anche nei giardini familiari, consentono di programmare senza difficoltà questi interventi di raffrescamento.
Al mattino presto procedete invece alla normale irrigazione apportando, secondo l’andamento climatico e il tipo di terreno (sabbioso o limo-argilloso), da 3 a 5 mm di acqua al giorno (3-5 litri per metro quadrato).