In base alle temperature stagionali bisogna regolare l'altezza del taglio del prato: più è caldo e più il prato deve rimanere alto. Ecco come regolarsi
Nei mesi caldi, dalla primavera all’estate, nelle zone climatiche mediterranee occorre aumentare l’altezza di taglio del prato del 25-30% rispetto ai periodi dell’anno più freschi. Ciò va fatto per proteggere la delicata zona del colletto delle piante dalla forte insolazione e per ridurre leggermente le perdite d’acqua per evaporazione.
Il taglio, però, serve anche per irrobustire la vegetazione che, per effetto dell’asportazione continua della parte terminale delle foglie, è stimolata a produrre nuovi fusti che consentono al tappeto erboso di infittirsi. Il taglio è quindi la pratica colturale più importante e, al tempo stesso, la più impegnativa e delicata. È sempre importante rispettare la regola per cui a ogni taglio si deve asportare al massimo 1/3 dell’erba; ciò è possibile solo rispettando le frequenze corrette di rasatura.
Nei climi di montagna e al Nord Italia l’adeguamento dell’altezza di taglio viene rimandato alla fine di giugno o in luglio, a seconda dell’andamento della stagione, quando cioè la temperatura dell’aria raggiunge stabilmente i 26-28 °C. Con l’innalzarsi delle temperature, almeno nei tappeti erbosi composti da essenze microterme (come Lolium, Poa, Festuca ed Agrostis), l’accrescimento dell’erba si riduce, pertanto si deve diminuire anche la frequenza dei tagli: indicativamente il prato va rasato ogni 15 giorni circa.