Le farfalle sono presenze fondamentali per l'economia della natura: dopo le api, infatti, sono i più importanti impollinatori
Fiori e impollinatori
I fiori offrono cibo, gli insetti collaborano alla loro riproduzione. Il cibo è costituito dal nettare, un liquido composto prevalentemente di zuccheri. Nei fiori questo sostanzioso alimento è secreto da apposite ghiandole (nettàrii) strategicamente collocate in modo che i visitatori per raggiungerle siano costretti a entrare in contatto con gli organi riproduttivi del fiore (stami, maschili, e pistilli, femminili). Così succede che la farfalla – oppure l’ape, il bombo o la vespa – finisce per impolverarsi di polline, che poi inconsapevolmente trasporta sulla prossima corolla sulla quale si poserà, depositandolo sull’organo sessuale femminile e fecondandolo.
Importanti segnalatori
Occupando il livello più basso della catena alimentare, le farfalle sono in grado di rispondere velocemente agli stress e ai cambiamenti dell’ecosistema in cui vivono, per cui la presenza/assenza di determinate specie è un significativo indice delle condizioni ecologiche, climatiche e vegetazionali dell’ecosistema stesso. È dunque importante salvaguardare questi preziosi insetti e il primo passo è contrastare le principali cause che mettono in pericolo la loro sopravvivenza, cause in cui le attività dell’uomo giocano un ruolo cruciale.
Convivere in salute
Un importante contributo può venire da chi si trovi per passione o per lavoro a gestire campi, giardini e orti, luoghi dove la convivenza con alcune farfalle (in particolare con i loro bruchi) può a volte risultare non proprio pacifica. Per esempio, i voracissimi bruchi della cavolaia maggiore (Pieris brassicae) possono masticare le foglie di verze, cavoli neri e broccoli al punto di ridurle alla sola nervatura centrale. Se l’infestazione è contenuta, si possono eliminare le larve con le mani protette da guanti, altrimenti ci si può affidare alla natura. Se infatti l’orto è ben curato e sano, è un vero e proprio ecosistema in miniatura in cui insetti, uccelli e piante vivono in un sereno equilibrio. I bruchi di cavolaia possono finire nel becco di cinciallegre, cinciarelle, codirossi e capinere, mentre le uova possono diventare il «nido» in cui altri insetti (prevalentemente imenotteri e ditteri, cioè vespe e mosche) depongono le loro uova e allevano le proprie larve. E se proprio non basta, si può ricorrere al Bacillus thuringiensis.
Foto in evidenza: adulto di cavolaia maggiore (© M. Lanza)