Nonostante un'estate calda, l'olivo si dimostra resiliente: dalla scelta del momento giusto alle tecniche di raccolta, ecco come gli olivicoltori si preparano a una stagione promettente
Da fine settembre si è iniziato a predisporre l’azienda alla raccolta delle olive, che raggiungono la maturazione in periodi differenti secondo le varietà: quelle precoci sono pronte già agli inizi di ottobre, quelle tardive si dilungano fino a dicembre o gennaio.
La maturazione delle olive è in funzione delle varietà, del clima e delle pratiche agronomiche. Per determinare il giusto momento della raccolta vanno valutati più fattori, come il colore della buccia, la consistenza della polpa, la resistenza al distacco dal peduncolo.
L’estate 2024 ha messo alla prova la resistenza degli olivi, con temperature superiori alla norma su tutto il territorio nazionale. Nonostante le sfide climatiche, l’olivo ha dimostrato una notevole resilienza. Luglio ha visto episodi d’instabilità e piogge irregolari che hanno temporaneamente mitigato le temperature e idratato terreni e piante. Agosto ha registrato picchi di calore intenso, ma le infiltrazioni d’aria fresca e i temporali di fine mese hanno portato sollievo, mitigando gli effetti negativi del gran caldo. Sorprendentemente, l’olivo ha sopportato bene queste variazioni climatiche, riuscendo a garantire una buona produzione di olive.
L’oliveto va falciato e vanno rimossi tutti i possibili ostacoli così da consentire la praticabilità degli spazi. Vanno predisposti gli equipaggiamenti personali e le attrezzature di raccolta delle olive: reti, scale, pinze, rastrellini, agevolatori meccanici, casse e cassoni forati, forbici, seghetti e tutto quanto sia necessario per lavorare bene e in sicurezza.
Per mantenere una buona qualità dell’olio, tra i più convenienti sistemi di raccolta vi è quello della raccolta diretta operata a mano con l’aiuto di pettini o agevolatori manuali che fanno cadere le olive su reti. Vanno bene anche le macchine vibratrici/scuotitrici, sia idrauliche che pneumatiche, che migliorano i rendimenti e arrecano limitati o nulli danni alle olive. È invece da sconsigliare l’utilizzo di canne o bastoni («bacchiatura»), e la raccolta a terra delle olive.
I frutti staccati dalla pianta continuano la funzione respiratoria per 24-36 ore e, pertanto, lavorando il prodotto in questo lasso di tempo, non si pregiudica la qualità dell’olio: si deve ritenere questo come il tempo massimo di conservazione prima della lavorazione. Le olive appena raccolte, o tolte dai teli, vanno poste in cassette della capacità massima di 25 kg, o cassoni in plastica (bins), di 250 kg di capacità, sovrapponibili. Cassette e cassoni devono essere di tipo forato, sia ai lati che sul fondo, così da garantire una maggiore aerazione delle drupe.
Nonostante le sfide climatiche di quest’anno, gli olivicoltori italiani guardano con ottimismo alla stagione di raccolta, pronti a mettere in campo tutta la loro esperienza per valorizzare al meglio questa produzione resiliente. L’adattabilità dimostrata dagli olivi alle condizioni climatiche estreme promette una stagione interessante per la qualità e la quantità dell’olio prodotto.