Con la tecnica dell’innesto si ottiene una nuova pianta dall'unione di due individui. Vi si ricorre per la moltiplicazione di specie che non si propagano facilmente con altre tecniche e per risolvere molti problemi colturali
Affinché l’unione (attecchimento) delle due parti si verifichi regolarmente è necessario che si realizzino alcune condizioni fondamentali, e cioè:
- che esista affinità fra i due bionti;
- che la marza, di qualunque tipo essa sia, e il portinnesto vengano preparati in modo perfetto, secondo le modalità che di volta in volta verranno indicate per ogni tipo di innesto;
- che le zone del tessuto cambiale (vedi cambio) delle due parti vengano a trovarsi in contatto; dal cambio, che è un tessuto generatore sempre molto attivo, nel punto di innesto si svilupperanno infatti i nuovi tessuti i quali permetteranno di stabilire la comunicazione fra marza e soggetto;
- che esistano condizioni di temperatura e di umidità adatte al tipo di innesto;
- che ogni tipo di innesto sia effettuato nella stagione opportuna e che lo stato vegetativo del portinnesto, per gli innesti primaverili, sia più avanzato di quello della marza;
- che si applichi la marza sempre rispettandone la polarità, cioè la posizione che essa aveva sulla pianta da cui è stata prelevata, con le gemme rivolte verso l’alto;
- che, subito dopo l’esecuzione, al punto di innesto vengano applicate le protezioni adatte a favorire l’attecchimento.
Queste nozioni di base rappresentano il primo approccio al vasto e complesso mondo degli innesti. Diversi sono i tipi di innesto (a triangolo, a gemma dormiente, a spacco, a corona ecc.) e molteplici le affinità tra specie e varietà di piante, senza considerare la manualità che si acquisisce con tanta pratica.