L'autunno è il periodo migliore per la messa a dimora delle nuove piante, che si tratti di alberi o arbusti, per la creazione di siepi o filari. Per il taglio e l'abbattimento delle vecchie piante è meglio aspettare la fine dell'autunno o proprio l’inverno; spieghiamo qui le corrette modalità e gli accorgimenti da seguire
Messa a dimora di nuove piante
Abitualmente i periodi dell’anno in cui era possibile mettere a dimora nuove piante si collocavano in autunno e in primavera. Gli andamenti climatici degli ultimi anni stanno però condizionando le scelte, riducendo ai mesi che precedono l’inverno le migliori garanzie di attecchimento. La messa a dimora in primavera è possibile solo a patto che possiate fornire costantemente l’acqua alle giovani piantine. In autunno, al contrario, la probabilità di precipitazioni meteoriche è maggiore e comunque le piante vanno incontro a un periodo di riposo vegetativo in cui sono sufficienti le riserve energetiche già accumulate nei tessuti legnosi. Al momento della ripresa non vi sarà l’ulteriore stress da trapianto e le radici saranno già adattate e assestate nella buca di impianto, pronte per assorbire le sostanze nutritive.
Il taglio
I mesi autunnali corrispondono anche al periodo di preparativi al taglio. Da un punto di vista pratico vi consigliamo di attendere dicembre per i lavori di abbattimento, quando il suolo sarà maggiormente compattato grazie alle temperature rigide. Da un punto di vista dei permessi, le regole sono differenti rispetto alle operazioni. Le siepi e le formazioni lineari sempre più spesso concorrono alla formazione delle reti ecologiche di livello comunale, provinciale o regionale. Per evitare ogni possibile problematica di tipo paesaggistico o di infrazione di qualche regolamento vincolistico locale, fate una verifica in Comune sulla procedura corretta da adottare prima di iniziare i lavori di taglio.
Le piante da abbattere vengono di norma individuate da professionisti abilitati o da personale degli enti delegati (Comunità montane, Servizi forestali provinciali o Corpo forestale dello Stato) e contrassegnate tramite una «specchiatura» della corteccia in cui viene impresso il timbro del martello forestale, oppure possono essere scelte direttamente da voi, nel rispetto delle norme vigenti in termini di quantità e qualità di specie da preservare e mantenere.
Quando sarà il momento del taglio, per ogni pianta dovete definire la direzione di caduta più conveniente, facendo una valutazione da una certa distanza e osservando: l’altezza, il diametro, la forma del fusto, la chioma e la disposizione dei rami, gli alberi circostanti, l’eventuale presenza di ostacoli, pendenze o asperità del terreno. Praticate nel tronco la relativa «tacca di direzione», nel lato corrispondente alla direzione che avete scelto per la caduta, effettuando due tagli, uno orizzontale e l’altro inclinato di 30-45° sul primo, penetrando nel fusto per circa 1/5 del diametro.
Procedete quindi al taglio di abbattimento: posizionatevi dalla parte opposta rispetto alla tacca, avvisate a voce alta le persone a voi vicine e, con la spranga della motosega posta 2-4 cm più in alto della base della tacca di direzione, con motore a pieno regime, delimitate una «cerniera» di spessore uniforme, corrispondente a circa 1/10 del diametro del tronco. La funzione fondamentale della «cerniera» è quella di guidare la caduta impedendo la rotazione del tronco su se stesso, con pericolo per l’operatore. L’albero si inclinerà fino a spostare il baricentro oltre la cerniera, iniziando a cadere da solo, non appena la cerniera sarà sufficientemente indebolita.
Con la pianta ormai ferma a terra procedete al taglio del lembo di giunzione residuo, tagliando semplicemente le fibre stirate del legno, per staccare completamente il fusto dalla ceppaia. Ritornate quindi sulla ceppaia per la corretta rifinitura. Ricordate che le norme forestali prevedono che il taglio sia regolare, spiovente, senza slabbrature e il più vicino a terra possibile. Una volta abbattuto l’albero dovrete procedere alla sua sramatura, per evitare che si creino intralci al proseguimento del lavoro.
Ricordiamo che, in generale, la legna appena tagliata ha un’umidità del 60-70% che diminuisce fino a valori intorno al 15-20% nel giro di 20- 24 mesi di stagionatura. Oltre questo lasso di tempo la riduzione è talmente lenta che non è giustificato uno stoccaggio ulteriore ed è pronta per essere bruciata.