Più di quattro milioni di campioni vegetali, in gran parte dell’Erbario Centrale Italiano, saranno digitalizzati

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la Redazione
14 giugno 2024

A Firenze si incontrano la storia della botanica italiana e il futuro della ricerca sulla biodiversità con il grande progetto del National Biodiversity Future Center per digitalizzare e da altre collezioni naturalistiche

Tra i corridoi austeri del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze, si sta per compiere un prodigio: la storia della botanica italiana e il futuro della ricerca sulla biodiversità si incontrano in un progetto epocale. Il National Biodiversity Future Center (NBFC), con il sostegno robusto dei 320 milioni di euro del PNRR Next Generation – EU, ha lanciato un’operazione titanica: la digitalizzazione di 4.200.000 campioni vegetali, di cui 2 milioni appartenenti all’Erbario Centrale Italiano, uno dei più grandi e prestigiosi al mondo.

Il piano, finanziato con quasi 7 milioni di euro, vede la luce grazie a una sinergia che coinvolge università, centri di ricerca, e soggetti privati e sociali, tutti mossi da un unico obiettivo: rendere accessibile a ricercatori di tutto il mondo l’immenso patrimonio naturalistico italiano attraverso piattaforme digitali avanzate e tecnologie di intelligenza artificiale.

«Il piano di digitalizzazione massiva si inserisce tra le azioni concrete che NBFC è chiamato a operare per la ricerca e la valorizzazione della biodiversità in Italia», afferma Luigi Fiorentino, Presidente del National Biodiversity Future Center. Con la digitalizzazione dell’Erbario Centrale Italiano e altre collezioni affini, si tratta di portare la nostra eredità botanica nel futuro, rendendola disponibile a studiosi e appassionati ovunque nel mondo.

Tra i protagonisti di questa impresa vi sono l’Università degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi di Padova, che collaborano strettamente per portare a termine questo imponente progetto entro la fine di agosto 2025. Stefano Cannicci, Responsabile Scientifico del NBFC per l’ateneo fiorentino, descrive con passione le meraviglie contenute nell’Erbario Centrale: «Formidabile archivio di biodiversità vegetale, l’Erbario Centrale di Firenze contiene almeno 2 milioni di campioni, tra piante a seme e organismi privi di fiori e semi come muschi, felci, alghe, funghi e licheni».

E non sono solo i numeri a incantare. Questo erbario custodisce veri tesori storici, come la collezione del botanico Philip Barker Webb, con 250.000 campioni raccolti tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento. Un’eredità che parla di epoche lontane, di esplorazioni audaci e di un amore per la natura che ha attraversato i secoli.

Elena Canadelli dell’Università di Padova, Responsabile Scientifica del progetto di digitalizzazione, sottolinea l’importanza di questa iniziativa: «Questo ingente progetto di digitalizzazione consente per la prima volta di valorizzare in maniera ampia e coordinata le collezioni naturalistiche italiane, con un focus su quelle botaniche». L’obiettivo è ambizioso: creare un database globale della biodiversità vegetale, che possa essere comparato con i dati attuali per studiare i cambiamenti climatici e le trasformazioni ambientali.

Ma la digitalizzazione non è un mero trasferimento di dati. Richiede competenze avanzate, tecnologie all’avanguardia e una cura meticolosa per preservare l’integrità dei campioni. Picturae, un’azienda di fama internazionale, ha il compito di digitalizzare ogni giorno tra i 10.000 e i 12.000 campioni, utilizzando un sofisticato sistema a nastro trasportatore.

Così, in un contesto dove storia e innovazione si fondono, Firenze si conferma ancora una volta faro di sapere e progresso. Questo progetto, con la sua magnitudine e il suo impatto, non solo valorizza il nostro patrimonio naturale, ma apre nuovi orizzonti alla ricerca scientifica globale, riaffermando l’importanza della biodiversità per il futuro del nostro pianeta. E mentre le antiche piante dell’Erbario Centrale Italiano rivivono in formato digitale, ci raccontano storie di terre lontane, di scienziati visionari e di una natura che, seppur minacciata, continua a stupirci con la sua inesauribile bellezza.

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