Un abbonato di Vita in Campagna, accusato di aver causato l'avvelenamento di gatti utilizzando il veleno per topi in commercio, ha scritto alla Redazione per sapere se ciò è possibile qualora i gatti mangino i topi avvelenati o le esche stesse
I più comuni veleni per topi sono a base di anticoagulanti e, nonostante vengano sovente venduti con l’assicurazione che non sono nocivi per gli animali domestici, provocano (eccome!) avvelenamento anche nei cani e nei gatti che ingeriscono accidentalmente le esche (mangiare un topo morto per il veleno non è sufficiente).
L’avvelenamento si manifesta dopo qualche giorno dall’ingestione dell’anticoagulante ed è caratterizzato da emorragie che possono essere visibili (sangue dal naso, nelle feci, nelle urine, dalle gengive) o interne, nel qual caso solo il veterinario può stabilirlo attraverso una visita accurata. Esternamente è possibile notare solo un profondo abbattimento dell’animale, che solitamente, in questi casi, manifesta dolori diffusi e mucose pallide (per l’anemia). La terapia adatta per tentare di salvare gli animali intossicati dall’anticoagulante consiste nella somministrazione per via endovenosa di alte dosi di vitamina K per più giorni di seguito.
Come evitare che animali domestici mangino esche avvelenate
Per evitare che altri animali possano avvelenarsi ingerendo le esche per topi occorre renderle inaccessibili agli stessi depositandole, per esempio, sotto una tegola curva.