In alcune condizioni, galline, faraone e tacchini possono avere un comportamento aggressivo, capace di determinare anche la morte, verso altri individui della stessa specie. Negli allevamenti avicoli questo fenomeno è frequente quando non si osservano alcune regole. Questo fenomeno è detto «cannibalismo» o «pica»
Il cannibalismo delle galline è spesso un comportamento di origine nervosa che spinge le galline (ma anche faraone e tacchini) a beccarsi tra loro rabbiosamente sulle ali, sul dorso, sul collo e nella zona anale. Il fenomeno appare inizialmente limitato, ma spesso i polli manifestano un comportamento imitativo e il vizio si propaga in breve tempo arrivando a interessare tutti i capi dell’allevamento. Il comportamento si manifesta prevalentemente in animali tenuti in ricoveri angusti, in presenza di sovraffollamento e quando le mangiatoie non sono sufficienti. La causa scatenante è infatti sempre la competizione. La vista del sangue degli animali feriti o beccati stimola poi la «curiosità» di altri capi, che degenera nel cannibalismo vero e proprio. Gli animali perseguitati si riducono in uno stato pietoso, che favorisce l’insorgere di infezioni e malattie secondarie. Per prevenire questo comportamento consigliamo di adottare i seguenti accorgimenti:
- consentire il pascolo agli animali, possibilmente in un ambiente diversificato (con presenza di cespugli e alberi a foglie caduche);
- isolare gli animali con ferite accidentali che possano suscitare curiosità e conseguentemente cannibalismo;
- distribuire le granaglie sulla lettiera e al pascolo per stimolare gli animali alla ricerca del cibo, distogliendoli da inutili competizioni per l’alimento;
- adeguare il numero di mangiatoie a quello degli animali allevati e mantenere distanze di almeno 2-3 metri tra le mangiatoie e gli abbeveratoi. In questo modo si riducono le occasioni di zuffe per il cibo, costringendo gli animali ad allontanarsi dalle mangiatoie per andare a bere.
Nel caso in cui il cannibalismo sia già presente, consigliamo di mettere a disposizione delle galline fasci di verdure appesi a un’altezza di circa un metro, sperando che questa «novità» stimoli la loro curiosità e le porti a disinteressarsi delle compagne ferite (che devono essere in ogni caso isolate).