

Per poter svolgere l'attività di apicoltura non più a livello hobbistico, ma con lo scopo di vendere il miele prodotto, è innanzitutto necessario aprire la partita Iva. L'apertura della partita Iva non implica l'obbligo di tenere la contabilità (e nemmeno di fare dichiarazione Iva o Irap o relativi versamenti d'imposta) se non si superano i 7.000 euro di corrispettivi (vendite) all'anno. È sufficiente archiviare per anno le fatture di acquisto e le eventuali autofatture di vendita (emesse dall'acquirente se ha partita Iva, mentre per le vendite ai privati non va emesso alcun documento). Questo significa che non è nemmeno necessario fare la dichiarazione dei redditi, se questa non si rende necessaria per altri motivi (ovvero detrazioni di spese sostenute ecc.). In tal caso sarebbe anche possibile presentare il modello 730. Si può quindi continuare a fruire delle detrazioni per carichi di famiglia con il modello CU (ovvero nelle buste paga mensili), come già avviene. Avendo già un lavoro dipendente, non si rende necessaria nemmeno l'iscrizione all'Inps dell'apicoltore. Qualora si intendesse effettuare la vendita diretta del miele attraverso dei posti fissi in luoghi pubblici è invece necessaria anche l'iscrizione alla Camera di Commercio. Questo comporta il versamento del diritto annuale, che sarebbe l'unica spesa supplementare.
