I cavoli, pur essendo piante abbastanza esigenti, in un orto da tempo lavorato e in cui si apportano regolarmente concimi dovrebbero dare le loro produzioni senza particolari problemi. Tuttavia a volte i piccoli orticoltori ottengono risultati deludenti, specialmente nelle produzioni autunno-invernali in Pianura Padana e nelle zone più fredde delle altre regioni. I motivi sono sostanzialmente due, e cioè trapianti troppo tardivi e scelta di varietà tardive. Per la maggior parte dei cavoli, trapiantando oltre la metà di luglio, nella zona dell’abbonato, si corre il rischio che le piante non riescano a formare la parte interna (palla o testa o pomo) – che è quella destinata al consumo – prima dei forti geli. Questo succede anche quando si adottano varietà tardive (si formano le foglie e poco la palla). Pure per quanto riguarda il cavolo verza, di cui si impiegano spesso varietà tardive invernali perché sono resistenti al freddo, è necessario eseguire il trapianto attorno alla metà di luglio. Bisogna cioè che la palla si formi prima delle grandi gelate, altrimenti la vegetazione si blocca dando così origine a teste poco compatte e di mediocre qualità. Quindi l’abbonato deve fare attenzione ai periodi in cui esegue i trapianti ed accertare, in particolare dai rivenditori di piantine, se le varietà disponibili sono adatte, come lunghezza del ciclo produttivo, alla coltivazione nei periodi voluti. Se invece del trapianto si effettua la semina, bisogna verificare ugualmente la lunghezza del ciclo produttivo (sulle bustine che contengono i semi oppure sui cataloghi delle ditte sementiere) ed eseguire la semina (meglio però che produca piantine con il pane di terra) circa un mese prima del trapianto.
Cavoli nell’orto, quando la palla non si sviluppa
I cavoli, pur essendo piante abbastanza esigenti, in un orto da tempo lavorato e in cui si apportano regolarmente concimi dovrebbero dare le loro produzioni senza particolari problemi. Tuttavia a volte i piccoli orticoltori ottengono risultati deludenti, specialmente nelle produzioni autunno-invernali in Pianura Padana e nelle zone più fredde delle altre regioni. I motivi sono sostanzialmente due, e cioè trapianti troppo tardivi e scelta di varietà tardive. Per la maggior parte dei cavoli, trapiantando oltre la metà di luglio, nella zona dell’abbonato, si corre il rischio che le piante non riescano a formare la parte interna (palla o testa o pomo) – che è quella destinata al consumo – prima dei forti geli. Questo succede anche quando si adottano varietà tardive (si formano le foglie e poco la palla). Pure per quanto riguarda il cavolo verza, di cui si impiegano spesso varietà tardive invernali perché sono resistenti al freddo, è necessario eseguire il trapianto attorno alla metà di luglio. Bisogna cioè che la palla si formi prima delle grandi gelate, altrimenti la vegetazione si blocca dando così origine a teste poco compatte e di mediocre qualità. Quindi l’abbonato deve fare attenzione ai periodi in cui esegue i trapianti ed accertare, in particolare dai rivenditori di piantine, se le varietà disponibili sono adatte, come lunghezza del ciclo produttivo, alla coltivazione nei periodi voluti. Se invece del trapianto si effettua la semina, bisogna verificare ugualmente la lunghezza del ciclo produttivo (sulle bustine che contengono i semi oppure sui cataloghi delle ditte sementiere) ed eseguire la semina (meglio però che produca piantine con il pane di terra) circa un mese prima del trapianto.
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