La ridotta dimensione aziendale e l’esercizio dell’attività agricola part-time non escludono la qualifica di impresa agricola, quindi anche la possibilità di trasformare e vendere direttamente i prodotti e dare ospitalità ai turisti
Il peso delle piccole aziende nel sistema agricolo italiano, seppur in diminuzione, è sempre molto significativo: oggi si può stimare approssimativamente che valga circa il 50% delle aziende agricole complessive e il 7,5% della Sat nazionale. L’Eurostat (Ufficio statistico dell’unione europea), nel 2016, rilevava inoltre che il 25,3% delle aziende agricole italiane (circa 290 mila) produce soprattutto per l’autoconsumo. Sulla base dell’indagine Istat sui risultati economici delle aziende agricole (2013), si può inoltre stimare che le aziende agricole di superficie inferiore ai 3 ettari che praticano la multifunzionalità (attività connesse di trasformazione dei prodotti, vendita diretta, agriturismo ecc.) siano circa 20 mila.
Per quanto il valore della produzione sia evidentemente limitato, la percentuale di incremento del reddito derivante dalla multifunzionalità può essere, per le microaziende agricole, particolarmente elevata, e contribuisce al sostegno dell’economia familiare, ben oltre il già sensibile beneficio legato all’autoconsumo.
Una grande passione che si traduce in reddito
Anche un’azienda agricola di soltanto un ettaro può essere gestita in una logica di multifunzionalità, per cui un reddito della produzione primaria di mille o duemila euro si moltiplica, attraverso la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti nonché l’attività agrituristica e sociale, da due a quattro volte, generando un significativo sostegno economico alla famiglia rurale e nuove opportunità di occupazione per i propri componenti.
Lo stesso vale per le attività connesse, gestite spesso dalle piccole aziende con un’intensità di contenuti organizzativi, ambientali e culturali (cura degli alloggi e della ristorazione degli ospiti, programmi culturali e didattici connessi) tutt’altro che improvvisata o approssimativa. Anche perché, sempre più, molti piccoli agricoltori sono persone di alto livello culturale che hanno deciso di trasferirsi dalla città in campagna e riversano, nella scelta compiuta, rilevanti capacità organizzative e grande passione.
Ricordiamo che la produzione agricola, la trasformazione dei prodotti, la vendita diretta e la ristorazione agrituristica, essendo attività che coinvolgono (sia pure con livelli diversi di rischio sanitario) il trattamento di sostanze alimentari, sono soggette all’osservanza di un articolato sistema di disposizioni igienico-sanitarie di fonte comunitaria, statale e regionale.
Alcune trasformazioni di prodotti agricoli idonee alla vendita diretta e al consumo sul posto
- Produzione di carni e prodotti della loro macellazione
- Produzione di carne essiccata, salata o affumicata, salsicce e salami
- Produzione di succhi di frutta e di ortaggi
- Lavorazione e conservazione di frutta e di ortaggi
- Produzione di olio di oliva e di semi oleosi
- Trattamento igienico del latte e produzione dei derivati del latte
- Produzione di pane
- Produzione di vini
- Produzione di grappa
- Produzione di aceto
- Produzione di sidro e di altri vini a base di frutta
- Produzione di malto e birra
- Lavorazione, raffinazione e confezionamento del miele
- Produzione di sciroppi di frutta
- Produzione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi mediante congelamento, surgelamento, essiccazione, affumicatura, salatura, immersione in salamoia, inscatolamento, e produzione di filetti di pesce.