Non siamo a conoscenza di esperienze di coltivazione dello scalogno nel Meridione, ma non è detto che non ve ne siano. È un prodotto diffuso nelle regioni del Nord, specialmente in Emilia-Romagna. Lo scalogno preferisce terreni sciolti o tendenti alla scioltezza, ma si adatta anche ad altri tipi di terreno purché sia consentito un perfetto sgrondo dell’acqua, dato che questa coltura teme molto i ristagni idrici. Il ciclo di coltivazione ha una durata di 120-150 giorni. Probabilmente nella zona del lettore (al Sud, ma in collina) sarebbe opportuno iniziare la coltura (interrando i bulbilli) al termine dell’inverno, quando il pericolo di possibili periodi freddi o di gelate è terminato (metà/fine febbraio-primi di marzo). Nelle aree più miti del Centro-Sud si può iniziare in autunno. Lo scalogno si coltiva in linea di massima come l’aglio. Per la concimazione non è opportuno impiegare letame o compost prima dell’impianto. È invece consigliabile usare, limitatamente, concimi azotati quando le piante cominciano a vegetare attivamente; per esempio si possono somministrare 25-30 grammi per metro quadrato di nitrato ammonico-26, di cui un terzo circa (8-10 grammi) durante i lavori di preparazione per l’impianto e il rimanente in copertura in più volte (per esempio tre apporti di 6-7 grammi l’uno, circa ogni due settimane). È poi consigliabile distribuire (per metà prima dei lavori di fondo e per metà prima dell’impianto) 30-40 grammi per metro quadrato di perfosfato minerale- 19 e 20-30 grammi per metro quadrato di solfato di potassio-50. L’impianto dei bulbilli si esegue alla distanza media di 20-30 centimetri tra le file e 15 centimetri sulla fila. La profondità d’impianto è di circa 1 centimetro o un po’ maggiore nei terreni sciolti. I tipi più diffusi sono lo scalogno di Romagna (di forma un po’ allungata) e quello detto «Francese» (di aspetto più tondeggiante), acquistabili, presso i maggiori rivenditori, anche per corrispondenza. Lo scalogno si può moltiplicare anche per seme, ma le sementi sono disponibili solo a livello professionale.
Scalogno. Come coltivare lo scalogno nel Sud Italia
Non siamo a conoscenza di esperienze di coltivazione dello scalogno nel Meridione, ma non è detto che non ve ne siano. È un prodotto diffuso nelle regioni del Nord, specialmente in Emilia-Romagna. Lo scalogno preferisce terreni sciolti o tendenti alla scioltezza, ma si adatta anche ad altri tipi di terreno purché sia consentito un perfetto sgrondo dell’acqua, dato che questa coltura teme molto i ristagni idrici. Il ciclo di coltivazione ha una durata di 120-150 giorni. Probabilmente nella zona del lettore (al Sud, ma in collina) sarebbe opportuno iniziare la coltura (interrando i bulbilli) al termine dell’inverno, quando il pericolo di possibili periodi freddi o di gelate è terminato (metà/fine febbraio-primi di marzo). Nelle aree più miti del Centro-Sud si può iniziare in autunno. Lo scalogno si coltiva in linea di massima come l’aglio. Per la concimazione non è opportuno impiegare letame o compost prima dell’impianto. È invece consigliabile usare, limitatamente, concimi azotati quando le piante cominciano a vegetare attivamente; per esempio si possono somministrare 25-30 grammi per metro quadrato di nitrato ammonico-26, di cui un terzo circa (8-10 grammi) durante i lavori di preparazione per l’impianto e il rimanente in copertura in più volte (per esempio tre apporti di 6-7 grammi l’uno, circa ogni due settimane). È poi consigliabile distribuire (per metà prima dei lavori di fondo e per metà prima dell’impianto) 30-40 grammi per metro quadrato di perfosfato minerale- 19 e 20-30 grammi per metro quadrato di solfato di potassio-50. L’impianto dei bulbilli si esegue alla distanza media di 20-30 centimetri tra le file e 15 centimetri sulla fila. La profondità d’impianto è di circa 1 centimetro o un po’ maggiore nei terreni sciolti. I tipi più diffusi sono lo scalogno di Romagna (di forma un po’ allungata) e quello detto «Francese» (di aspetto più tondeggiante), acquistabili, presso i maggiori rivenditori, anche per corrispondenza. Lo scalogno si può moltiplicare anche per seme, ma le sementi sono disponibili solo a livello professionale.
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