Le escrescenze presenti sulle radici degli ortaggi sono dovute a un forte attacco di nematodi galligeni (Meloidogyne, varie specie), larve che si trovano nel terreno e poco visibili a occhio nudo (sono lunghe solo 0,8 mm). Quando le giovani piantine da orto vengono messe a dimora, le larve penetrano all’interno dei tessuti delle radici nutrendosi del contenuto presente nelle cellule ed emettendo una saliva contenente sostanze tossiche. I rigonfiamenti che si notano sulle radici (vedi foto), chiamati comunemente «galle», non sono altro che una reazione della pianta all’attacco del parassita. Le piante colpite manifestano scarso sviluppo vegetativo, ridotte produzioni e sintomi simili a quelli causati da mancanza d’acqua; se l’attacco avviene subito dopo il trapianto, causa la morte delle giovani piante. La lotta ai nematodi galligeni è alquanto difficile e porta a risultati parziali. Per combatterli bisogna ricorrere a tecniche di tipo agronomico, come:
- la solarizzazione del terreno, cioè coprire nel periodo estivo e dalle 4 alle 8 settimane, la superficie del terreno con film di plastica trasparente che aumenta la temperatura nei primi 15-20 cm di suolo;
- la rotazione, cioè evitare la coltivazione per almeno 2-3 anni nelle aiole infestate da nematodi;
- l’impiego di concime organico (per esempio letame ben maturo);
- la coltivazione di piante nematocide, tipo tagete e lantana, che vanno poi trinciate e interrate, o anche senape o rafano, che vanno semplicemente interrate nel periodo della fioritura.