Zappare la terra, prima azione per rigenerare un terreno compattato

terreno
la Redazione
30 novembre 2021

Un terreno viene definito «compattato» quando è soggetto a una riduzione duratura della porosità dovuta a compressione. Con «porosità» si indica la percentuale di spazi vuoti (cioè canali, detti anche «pori») presenti in un dato volume di terreno; questi spazi vuoti possono essere canali stretti (micropori) o canali larghi (macropori)

Un’equilibrata presenza di entrambi i tipi di canali è fondamentale affinché il terreno possa essere fertile e ospite di vita. Infatti, sia i micropori che i macropori sono esplorati dalle radici alla ricerca di acqua, principi nutritivi e aria. La scarsa presenza di ossigeno nello strato esplorato dalle radici impedisce ai microrganismi di trasformare le sostanze nutritive (azoto, fosforo, potassio e altri elementi) contenute nei concimi in una forma chimica assimilabile dalle piante. La penuria d’ossigeno impedisce inoltre alle radici di produrre l’energia necessaria all’assorbimento dei nutrienti.

Come rigenerare un terreno compattato

La prima operazione utile a rigenerare un terreno compattato è quella d’intervenire per frantumare il terreno, cioè ridurre le dimensioni delle zolle compattate. Si intervenire passando sul terreno con una motozappa per sbriciolare le zolle di terra fino alle giuste dimensioni. Successivamente è necessario concimare il terreno ogni anno con fertilizzanti di qualità che abbiano una buona resa in humus. Il «vero» letame bovino resta un fertilizzante fondamentale anche nella moderna agricoltura, ma si trova ormai con difficoltà. Letami provenienti da allevamenti di avicoli, di ovini e di cavalli anche sono ottimi materiali, ma vanno usati con consapevolezza.

Infine, per il decompattamento di un terreno è consigliato programmare l’avvicendamento delle colture inserendo in ciascuna parcella, ogni 2-3 anni, un erbaio da sovescio. Le radici di un buon miscuglio sono capaci di decompattare il terreno in profondità e di sbriciolare le zolle nei primi 20-30 cm che, grazie a milioni di ramificazioni, penetrano e si ingrossano nelle crepe delle zolle riducendone le dimensioni. Inoltre, la presenza di grandi masse di radici attira una moltitudine di organismi terricoli che perfezionano l’intervento rigenerativo del suolo, scavando tante gallerie nelle zolle compattate.

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