Incontro all’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona
Il vino italiano vola nel mondo, come ha dimostrato di recente Vinitaly, con oltre 21 milioni di ettolitri esportati nel 2017, per un fatturato di quasi sei miliardi di euro. Il nostro Paese, è bene ricordarlo, è il primo produttore al mondo di vino con una media annua di circa 46 milioni di ettolitri e 310.428 aziende agricole impegnate nel settore. In questo contesto il Veneto si dimostra un gigante con gli oltre 8 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2017, di cui oltre 5 milioni prodotti nelle aree vocate a Doc e Docg. La provincia di Verona – su una estensione destinata a vite di 28.887 ettari – ha prodotto nel 2017 quasi 2 milioni di quintali di uva a denominazione d’origine, suddivisi tra Valpolicella (908.000 q), Soave (677.000 q), Bardolino (235.000 q) e Bianco di Custoza (159.000 q).
«Il settore vitivinicolo rappresenta per Verona – ha affermato Claudio Carcereri de Prati, Presidente dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona – un fiore all’occhiello della nostra economia grazie anche l’alta preparazione dei nostri vitivinicoltori ed è per questo che noi cerchiamo, da sempre, di dare spazio a incontri su questo tema come quello in programma il 27 aprile dal titolo Coltivare la vite per un mercato vinicolo globalizzato, organizzato da Enzo Corazzina, membro dell’Accademia e agronomo molto conosciuto nel settore, e dalla casa Editrice L’Informatore Agrario».
L’incontro prende spunto dalla presentazione del volume «Coltivare la vite» (Ed. L’Informatore Agrario di Verona, febbraio 2018) proprio di Enzo Corazzina per poi proseguire con una serie di relazione dedicate al futuro della vitivinicoltura. «In questo manuale – racconta Enzo Corazzina – realizzato grazie anche al prezioso contributo di Franco Meggio, ricercatore dell’Università di Padova, abbiamo dato ampio spazio a temi come la viticoltura di precisione, le necessarie conoscenze scientifiche e tecnologiche per affrontare il cambiamento climatico, le nuove varietà resistenti, la viticoltura biologica e biodinamica. Nel corso degli ultimi decenni – prosegue Corazzina – è avvenuta, nel mondo e soprattutto in Italia, una profonda modificazione della viticoltura, determinata dalla necessità di adeguare le strutture produttive e la tipologia dei vini ai cambiamenti avvenuti negli assetti sociali, economici, culturali e nei modelli di vita e di alimentazione di gran parte della popolazione, quindi del mercato. Oggi il futuro della viticoltura si gioca nell’applicazione dei risultati della ricerca scientifica nazionale e internazionale che ci consente di ottenere prodotti con ottimo rapporto quali-quantitativo, di reagire ai rischi dei recenti cambiamenti climatici e nel contempo di dare garanzie ai consumatori sulla sicurezza e sulla salubrità dei prodotti vitivinicoli, anche attraverso la salvaguardia dell’ambiente e la tutela del paesaggio».
L’incontro di venerdì 27 aprile a Verona
L’appuntamento è quindi per venerdì 27 aprile alle ore 17 all’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona (Via Leoncino, 6) con l’incontro «Coltivare la vite per un mercato vinicolo globalizzato» a cui prenderanno parte, oltre a Enzo Corazzina autore del libro, Franco Meggio del Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente dell’Università di Padova che tratterà «Le nuove sfide per la viticoltura», Albino Armani, imprenditore vitivinicolo e presidente Consorzio di tutela del Pinot grigio delle Venezie dop, con «Il ruolo del vino sfuso in un mercato globalizzato» e Daniele Accordini, direttore Cantina Domìni Veneti di Negrar e vicepresidente Consorzio tutela vini Valpolicella con «Le denominazioni d’origine dei vini a salvaguardia del territorio e per la promozione del Made in Italy sui mercati internazionali». Modererà l’incontro Antonio Boschetti, direttore del settimanale L’Informatore Agrario.