Esperti del settore della corilicolura e del prodotto nocciola si sono confrontati venerdì 11 luglio nel webinar promosso da Edizioni L’Informatore Agrario e Associazione Nazionale “Città della Nocciola”. A ottobre l’Assise della Nocciola italiana in Calabria
“L’eccellenza della nocciola italiana per la valorizzazione dei territori”. Si è tenuto il webinar “Assise Nocciola 11 Luglio 2022”, promosso da Fiera di Vita in campagna e Salone di Origine di Edizioni L’Informatore Agrario, in collaborazione con l’Associazione Nazionale “Città della Nocciola”. L’evento, nato con l’obiettivo di valorizzare le nocciole italiane di qualità, è stato finanziato dal Psr Calabria 201472023, attraverso l’intervento 3.2.1 “Aiuti ad attività di informazione e promozione implementate da gruppi di produttori sui mercati interni”.
Il webinar ha anticipato la 17ª edizione dell’Assise Nazionale Città della Nocciola, che si terrà nel mese di ottobre proprio in Calabria. Ad aprire i lavori, sono sati per l’appunto i sindaci di Cardinale e Torre di Ruggiero, Danilo Staglianò e Vito Roti, i due Comuni fulcro della corilicoltura calabrese, che dà vita alla prelibata Nocciola Tonda bio di Calabria. Entrambi i primi cittadini hanno sottolineato che solo dalla nocciola può ripartire anche il territorio d’origine. “L’Assise di ottobre – ha affermato Staglianò – sarà l’occasione per promuovere ancora di più non solo la nocciola, ma il turismo nella nostra zona. Siamo stati finanziati dal bando regionale relativo ai borghi proprio per creare un borgo della nocciola. Ringrazio il Consorzio per il lavoro immane volto alla tutela ed alla valorizzazione della nocciola bio di Calabria”. Roti ha ricordato che insieme ai Comuni di Cardinale, Argusto, Chiaravalle e Gagliato, è stato presentato un progetto relativo ai Cis, i Contratti istituzionali di sviluppo del Ministero per la Coesione. “Si tratta di un progetto incentrato sulla nocciola – ha spiegato – che include il recupero dei centri storici e la promozione della trasformazione in loco, per il quale siamo risultati ammissibili ma non finanziabili. Noi amministrazioni ci crediamo e ce la mettiamo tutta, insieme al Consorzio, ma abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni a tutti i livelli affinché i territori vocati alla nocciola possano crescere realmente”.
Giuseppe Rotiroti, presidente del Consorzio per la tutela e la valorizzazione della nocciola bio di Calabria ha ringrazio i sindaci di Cardinale e Torre, definiti “amministratori particolarmente sensibili al territorio, sempre vicini e disponibili, che collaborano attivamente per la valorizzazione di borghi per certi versi anche emarginati. “Vogliamo valorizzare un prodotto biologico e di grande qualità – ha sottolineato – che è esattamente alla pari rispetto alle nocciole italiane che hanno tradizione più lunga ed affermata della nostra. Puntiamo anche al marchio Igp, ci stiamo lavorando insieme all’Arsac ed alle Università di Torino e Bologna”.
Claudio Sonnati, agronomo specializzato in assistenza fitoiatrica per il nocciolo è partito dal dato, aggiornato al 2022, secondo il quale in Italia la superficie totale coltivata a nocciolo ammonta a 93.585 ettari, mentre quella produttiva a 84.440. “Alla crescita delle superfici, però – ha detto – non è corrisposta una crescita di produzione tale da guantiere il fabbisogno dei nostri mercati interni”. L’esperto ha quindi consigliato tecniche per migliorare la produzione e la resa, come fare degli inerbimenti per arricchire il terreno e garantire alla pianta fertilizzanti naturali ed effettuare la giusta potatura. Sonnati ha evidenziato inoltre che le piante innestate possono garantire una maggiore resistenza ed efficienza e che ci sono novità importanti nell’ottica di un’agricoltura sostenibile, nel campo delle concimazioni. Ha concluso dicendo che bisogna stare al passo con l’innovazione e che sarebbe opportuno prendere spunto dai paesi che utilizzano metodi e macchine che consentono di raccogliere le nocciole direttamente dalla pianta, semplificando la gestione del terreno, e che si sta per passare al diserbo elettrico.
Molto significativo l’intervento di Irma Brizi, direttore dell’Associazione Nazionale Città della Nocciola, che ha sottolineato come l’Italia vanti una ricchissima biodiversità in ambito corilicolo ed una grande qualità: “Non parliamo solo del prodotto – ha affermato – ma di territori, storie e tradizioni che lo rendono unico e diverso dagli altri”. Brizi ha poi spiegato che è necessario educare i consumatori a riconoscere la qualità delle nocciole. I requisiti fondamentali di una nocciola di qualità, secondo Brizi sono forma tonda, pellicina esterna facilmente staccabile, polpa bianca consistente ed aromatica, pezzatura media, calibro adatto alla lavorazione. E ancora colore marrone non tanto scuro, assenza di macchie (sintomo di cattiva essiccazione, muffa o cimici), croccantezza, sensazione di dolce, aroma e profumo di cocco fresco, legno, tabacco, miele. Brizi ha invitato quindi i consumatori a partecipare agli eventi ed ai laboratori di degustazione di Città della Nocciola, che si occupa di fare rete tra produttori, esperti, ricercatori, pasticcieri, gelatai e via dicendo. “Bisogna innanzitutto leggere l’etichetta. Acquistare una nocciola a marchio è già garanzia di qualità. Inoltre è necessario leggere l’anno di raccolta, in quanto è meglio consumare le nocciole nell’annata in corso. In alternativa – ha aggiunto – bisogna acquistare direttamente nei territori della nocciola, anche per conoscere il produttore, le tradizioni, la storia, la filiera ed il territorio stesso”.
Subito dopo, Daniele Sciardiglia, imprenditore agricolo del viterbese alla quinta generazione impegnata nella produzione di nocciola dop romana, ha raccontato come per 143 anni l’azienda familiare abbia condotto un’agricoltura tradizionale, costituita da raccolta, pulizia e conferimento, con l’acquisto, di volta in volta, di macchinari sempre più evoluti che consentissero l’aumento della resa. “La svolta è arrivata nel 2016 – ha affermato – Ci siamo accorti che mancava il controllo del prezzo, che veniva definito dall’industria, quindi per aumentare il valore abbiamo deciso di puntare sull’eccellenza. Abbiamo cioè inserito la trasformazione, le certificazioni bio e Dop, abbracciando due disciplinari che portano con sé vantaggi, ma anche aggravi, e la vendita”. Una scelta, a detta di Sciardiglia, importante che ha cambiato radicalmente il modo di fare agricoltura della sua azienda e la qualità delle sue produzioni.
Giovanni D’Avanzo, presidente dell’Associazione Terrae Abellanae ha spiegato il pecorso di valorizzazione della nocciola di Avella biologica De.Co., raccontando che l’associazione, costituita cinque anni addietro, produce la pianta in vivaio, la porta in campo e la vende, grazie alla collaborazione con due aziende di trasformazione e con chef specializzati sulla nocciola del proprio territorio. D’Avanzo ha citato poi alcune novità promosse da Terrae Abellanae, ossia prodotti caseari a base di nocciola di Avella e miele alla nocciola. “Quando un agricoltore decide di adottare un disciplinare con tanti controlli e numerosi step burocratici – ha specificato – questi dà al consumatore finale sicurezza, tracciabilità e tante spiegazioni”.
È intervenuto poi Rosario D’Acunto presidente dell’Associazione Nazionale Città della Nocciola e di Assotes, l’Associazione professionale degli operatori per il turismo esperienziale. “Come Città della Nocciola – ha affermato – abbiamo un ruolo diverso dalle altre organizzazioni e ci integriamo con gli altri soggetti per far si che nei territori si facciano passi in avanti rispetto ad un prodotto che fino a poco tempo addietro era anonimo e senza una personalità. La nostra missione è quella di difendere un prodotto che vale oro, ma del quale pochi conoscono il reale valore. Abbiamo la necessità di accendere i riflettori ogni giorno sulla nocciola e infatti come associazione nazionale affermiamo che ogni giorno è Nocciola Day, organizzando appuntamenti in ogni stagione dell’anno nei territori d’origine della nocciola, dove cioè esiste un rapporto virtuoso tra produttore e pasticcere o gelataio, dove non vi è contraffazione e si può gustare una nocciola di qualità che sia ecosostenibile”. D’Acunto ha sottolineato che il nocciolo non solo è un presidio idrogeologico nei territori, ma che in alcuni borghi ed aree rurali svantaggiate sta evitando lo spopolamento. “In Conferenza Stato Regioni, nei prossimi giorni – ha concluso – sarà discusso il nuovo piano del settore corilicolo, ossia la nuova strategia della nocciola italiana a fronte di una concorrenza mondiale che in molti casi è sleale ed abbiamo quindi l’obbligo di difendere un patrimonio preziosissimo”.
Dario Cartabellotta, dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione Sicilia, ha sottolineato che la nocciola è uno dei punti di forza dell’agricoltura siciliana, con tutte le difficoltà del caso. Ha raccontato della richiesta del riconoscimento della Nocciola delle Nebrodi tra i Pat siciliani e le azioni di valorizzazione che sta mettendo in atto la Regione Sicilia. “Fondamentale per noi – ha detto – è aiutare i produttori a restare sul territorio e iniziare un percorso di filiera in loco, che riguardi tutta la frutta secca, in quanto rappresenta una delle colture mediterranee che meglio si adattano ai cambiamenti climatici ed alla riduzione di acqua” Cartabellotta ha concluso dicendo che sono tante le iniziative che si possono promuovere e condividere insieme alla vicina Calabria ed alle altre regioni della nocciola.
Il webinar si è concluso con l’intervento dell’assessore all’Agricoltura ed alle risorse agroalimentari della Regione Calabria Gianluca Gallo. “D’intesa col presidente Occhiuto – ha affermato – stiamo investendo sulla filiera corilicola per farla crescere. Facciamo molto affidamento sul Consorzio, che svolge un’opera fondamentale per tutelare e promuovere la Tonda bio di Calabria, che rappresenta un marcatore identitario dei nostri territori, tra i più biologici d’Europa. Dal canto nostro, stiamo sostenendo la promozione, con la misura 3 del Psr, rispondendo alle esigenze dei territori vocati, ma anche su una prima fase di trasformazione, attraverso la misura 4.2. Con il bando riservato alla frutta a guscio – ha aggiunto – abbiamo promosso almeno 120 ettari di nuovi noccioleti e continueremo su questa strada, per tutelare il territorio ed il paesaggio ed anche nell’ottica di ottenere il marchio Igp”. Gallo ha spiegato infine che la Calabria ha chiuso anche un accordo con Ferrero per una produzione meno identitaria, ma destinata ad una filiera industriale, in modo da avere due diverse strade da percorrere.
L’iniziativa è finanziata dal Psr Calabria 2014/2023, attraverso la misura 3, intervento 3.2.1 “Aiuti ad attività di informazione e promozione implementate da gruppi di produttori sui mercati interni”.