Porri colpiti dalla tignola del porro

Porri colpiti dalla tignola del porro
Orto
la Redazione
Lo scorso anno ho seminato una varietà invernale di porri, li ho trapiantati a giugno e alla fine di ottobre erano già grossi 1-2 centimetri. Ai primi freddi sono collassati: le piante si sono afflosciate a terra rendendosi immangiabili. Da cosa può essere dipeso? Li ho sempre concimati con Nitrophoska gold.
La risposta della redazione.
In base sia a quanto si vede nelle foto che all’epoca in cui si sono verificati i danni, possiamo affermare che le piante di porro sono state interessate da un attacco di tignola del porro (Acrolepiopsis assectella). Si tratta di un lepidottero Acrolepide che vive abitualmente a spese del porro, ma che è in grado di attaccare anche la cipolla e, più raramente, l’aglio. I primi adulti compaiono in febbraiomarzo, ma le ovideposizioni avvengono in marzo-aprile, con temperature superiori ai 9-10 °C. Le uova vengono deposte sulle foglie centrali della pianta e le larve neonate penetrano nelle foglie stesse dove scavano gallerie parallele alle nervature. Dopo la prima età escono all’esterno e continuano ad alimentarsi compiendo erosioni sulle foglie centrali, scendendo verso il basso fino a danneggiare anche la parte commercialmente utile del porro. In un anno si susseguono fino a 5-6 generazioni con gli attacchi più dannosi che si verificano a partire dagli inizi di luglio o di agosto, dopo il trapianto, operati dalle larve della terza generazione.

La difesa

Il contenimento dei danni è possibile con l’esecuzione di un paio di interventi, a 10-15 giorni l’uno dall’altro, il primo dei quali subito dopo il trapianto dei porri. Per tali interventi si può utilizzare deltametrina-1,63 (irritante), alla dose di 8 millilitri per 10 litri d’acqua.

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