
Le radici non solo assorbono acqua e nutrienti, ma trasformano il terreno e collaborano con i microrganismi in un complesso ecosistema sotterraneo
Sotto la superficie del terreno si svolge una continua conversazione invisibile tra le radici delle piante e il suolo che le ospita. Questo dialogo, fatto di scambi chimici, fisici e biologici, è fondamentale per la vita delle piante e la fertilità del terreno. Conoscerlo ci permette di favorire la salute delle nostre coltivazioni.
La rizosfera, un laboratorio vivente
Lo spazio di terreno immediatamente adiacente alle radici, chiamato rizosfera, è un ambiente speciale. Qui l’attività biologica è fino a 100 volte superiore rispetto al resto del suolo. Le radici non si limitano a penetrare passivamente nel terreno, ma lo modificano attivamente, rilasciando sostanze che sciolgono i minerali, allontanano i patogeni o attirano organismi benefici.
Una rete di alleanze sotterranee
Le radici stabiliscono vere e proprie alleanze con i microrganismi del suolo. L’esempio più noto sono le micorrize, associazioni tra funghi e radici che funzionano come un’estensione dell’apparato radicale. Il fungo, in cambio di zuccheri prodotti dalla pianta, esplora il terreno con la sua fitta rete di ife, captando acqua e nutrienti altrimenti inaccessibili.
Nelle leguminose, batteri specifici formano noduli sulle radici in grado di fissare l’azoto atmosferico, trasformandolo in forme assimilabili dalla pianta – un servizio prezioso che arricchisce naturalmente il terreno.
Sentinelle del terreno
Le radici funzionano come vere “sentinelle”, capaci di percepire le condizioni del suolo e adattarsi ad esse. In terreni compatti si ispessiscono per vincere la resistenza meccanica, mentre in terreni poveri si allungano alla ricerca di nutrienti. In caso di siccità, possono approfondirsi notevolmente, mentre in presenza di ristagni tendono a svilupparsi più in superficie.
Un prezioso contributo alla fertilità
L’interazione tra radici e terreno non è a senso unico. Le radici migliorano la struttura del suolo, creando canali che favoriscono il drenaggio dell’acqua e la circolazione dell’aria. Quando muoiono, lasciano nel terreno materia organica che nutre i microrganismi e contribuisce alla formazione dell’humus.
Per favorire questa benefica interazione, è importante mantenere un buon livello di sostanza organica nel terreno, evitare compattamenti e lavorazioni eccessive, e adottare rotazioni colturali che includano piante con diversi tipi di apparato radicale.