Nocciola tonda di Calabria: tra biodiversità e tradizione è leva per turismo ed economia

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la Redazione
7 luglio 2022

Se si dice «nocciola» sicuramente non si pensa alla Calabria come regione produttrice. Eppure c'è una lunga tradizione ancorata alla Nocciola tonda di Calabria, caratterizzata da una qualità eccellente. La sfida dei produttori è aumentare la produzione, anche per fare da traino per la valorizzazione del territorio e della sua economia

Nocciola tonda di Calabria: un’eccellenza tutta da scoprire. Ecotipo dominante tra i corileti presenti sul territorio regionale, oltre alle pregevoli caratteristiche organolettiche, nel confronto con altre cultivar presenta una maggiore concentrazione di acido oleico e una più bassa presenza di acido linoleico, tale da garantirne una migliore conservabilità. Si tratta dunque di una cultivar di grande qualità, iscritta dal Mipaaf nel 2020 nel registro nazionale delle varietà di fruttiferi locali come risorsa regionale di biodiversità da tutelate ed in attesa del riconoscimento di Indicazione geografica protetta sempre da parte del Ministero.

La regione Calabria è la quinta regione produttrice di nocciole in Italia dopo Campania, Lazio, Piemonte e Sicilia. Attualmente la Nocciola tonda calabrese occupa circa 500 ettari concentrati tra Cardinale e Torre Ruggiero, in provincia di Catanzaro, e Simbario, Spadola e Filogaso, in provincia di Vibo Valentia, fulcro delle zone vocate. Le aziende sono per lo più di dimensioni medio-piccole, a conduzione familiare e concentrare su pochi ettari di terreno, ma bisogna aver ben presente che c’è molto terreno da recuperare: negli anni Settanta del secolo scorso nei territori vocati si producevano fino a 17.000 quintali di nocciole, oggi la produzione si attesta intorno ai 2.500 quintali. Coniugare le tradizioni del passato all’innovazione ed al ricambio generazionale è la ricetta per far crescere la corilicoltura in Calabria, quindi coinvolgere nuovamente gli agricoltori che avevano bloccato la coltivazione del nocciolo e di recuperare i noccioleti abbandonati.

La vera forza di questo prodotto d’eccellenza risiede nella capacità di fare rete tra produttori

Nel 2008 si è costituito il Consorzio “Valorizzazione e tutela Nocciola di Calabria”, del quale fanno parte circa quaranta imprenditori, ed è stato iscritto nel circuito nazionale “Città della Nocciola”, annoverato tra le Comunità del cibo “Nocciola di Calabria” di Slow Food. Il presidente del consorzio, Giuseppe Rotiroti, mette in evidenza gli sforzi compiuti negli ultimi anni per promuovere la filiera calabrese della nocciola: «Ci muoviamo su più fronti – afferma – per spiegare il corretto uso del prodotto, che può essere impiegato dall’antipasto ai dolci, per fare rete tra produttori, istituzioni, enti di ricerca e scuole e per promuovere l’identità del territorio di produzione, che comprende anche la già nota località Soverato, e renderlo più attrattivo proprio dal punto di vista turistico. Il tutto con lo scopo di puntare sullo sviluppo della filiera della nocciola calabrese e dare valore aggiunto all’intera economia regionale».

Sul territorio è attiva anche l’Associazione Culturale Nocciola bio di Calabria. Il suo presidente, Domenico Martelli, indica nel ricambio generazionale, correlato all’innovazione tecnologica, il nodo cruciale per perseguire lo scopo di sviluppare una corilicoltura competitiva.

Sono diverse le azioni che, come Associazione culturale e come Consorzio di tutela e valorizzazione, stanno mettendo in atto. L’organizzazione di eventi volti a far conoscere maggiormente la nocciola bio di Calabria anche fuori regione, per esempio, ha portato alla presenza all’edizione 2022 di Vinitaly dove si è registrato un riscontro positivo da parte di coloro non associavano la coltura corilicola alla Calabria.

La sfida principale, però, è quella di arrivare alla produzione del semilavorato direttamente nell’area di coltivazione, al fine di migliorare la competitività del prodotto sui mercati nazionali e internazionali e di aumentare la redditività delle aziende produttrici locali.


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L’iniziativa è finanziata dal Psr Calabria 2014/2023, attraverso la misura 3, intervento 3.2.1 Aiuti ad attività di informazione e promozione implementate da gruppi di produttori sui mercati interni.

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