Noci nere e marcite: quando è colpa della mosca delle noci

Noci nere
la Redazione
2 marzo 2016

In questo articolo viene indicato l’utilizzo di prodotti fitosanitari in commercio e ammessi per la coltura in oggetto al momento della pubblicazione on-line. Verifica sempre, prima del suo utilizzo, che il principio attivo sia ancora registrato per questa coltura.

Le noci nere che poi marciscono sono state attaccate dalla mosca delle noci (Rhagoletis completa). Questa mosca compie una sola generazione all’anno con volo degli adulti che avviene da fine giugno-inizio luglio fino a metà settembre, talora fino a inizio ottobre (massime presenze intorno alla metà di agosto). Le uova vengono deposte, in gruppi di 10-15, entro una ferita che la femmina compie nel mallo (la parte molle esterna) delle noci. Ciascuna femmina può deporre fino a 400 uova. Le larve nascono dopo 5-6 giorni e si sviluppano in 30-40 giorni. Raggiunta la maturità fuoriescono dai tessuti del mallo danneggiati per lasciarsi cadere al suolo, interrarsi a 10-15 cm di profondità, impuparsi e trascorrere l’inverno. In seguito all’attacco larvale il mallo annerisce e rimane in parte aderente al guscio. Questo rimane indelebilmente macchiato dal liquido nerastro che si forma con il disfacimento dei tessuti del mallo. Anche il gheriglio si macchia con il suddetto liquido e viene invaso da muffe. Le noci sono poi soggette a una forte cascola (caduta) anticipata.

Per le piante che si trovano nell’area in cui è diffusa la mosca (Italia settentrionale), è opportuno verificarne la presenza in campo con l’ausilio di 1-2 trappole cromotropiche di colore giallo (reperibili presso le rivendite di materiali per l’agricoltura), meglio se innescate con dispenser erogatore contenente un attrattivo alimentare. Le trappole vanno collocate in campo verso fine giugno o inizio luglio, appese alla chioma dei noci sul lato esposto a sud o a sud-est, e controllate settimanalmente. Le trappole possono essere utilizzate anche per effettuare catture di massa degli adulti (per noci isolati possono risultare sufficienti un paio di trappole per pianta). Il contenimento dei danni può avvenire anche chimicamente, ma considerato il lungo periodo di ovideposizione si renderebbero necessari più interventi, con conseguenti notevoli danni ambientali e forti difficoltà operative quando si tratta di piante sviluppate. Per ovviare in gran parte a questi inconvenienti, nel periodo di presenza in campo degli adulti, individuabile con le trappole cromotropiche, si può trattare in maniera localizzata con una miscela di esche proteiche-29,7 (bio, non classificato) e malation-40 (non classificato); la miscela, preparata utilizzando 6 millilitri di esche proteiche e 2 millilitri di malation per litro d’acqua, va irrorata a grosse gocce su una limitata porzione della chioma esposta a sud o a sud-est. Il trattamento va ripetuto settimanalmente durante il periodo di maggior presenza in campo degli adulti della mosca.

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